venerdì 31 maggio 2013

Geometria Euclidea e tecnica del costruire

Raffigurazione di Euclide, matematico greco

"<<Cosa ci hanno insegnato i filosofi questa settimana?>>.
<<Ho letto Euclide>>. Elementi di geometria di Euclide era stato uno dei primi libri ad essere tradotto. [...]
<<Che cosa hai imparato?>> chiese Josef, il fidanzato di Raya. 
Jack esitò, era difficile spiegarlo. Cercò di dare un'idea pratica. <<Il mio patrigno, che era costruttore, mi aveva insegnato a fare certe operazioni geometriche: dividere esattamente a metà una linea, tracciare un angolo retto, disegnare un quadrato dentro un altro in modo che il più piccolo abbia un'area eguale alla metà del più grande>>. 
<<E che scopo ha tutto questo?>> intervenne Josef con una sfumatura sprezzante nella voce. [...]
<<Sono operazioni essenziali per pianificare le costruzioni>> rispose garbatamente Jack fingendo di non aver notato il tono. <<Dai un'occhiata a questo cortile. L'area del portico è esattamente eguale all'area scoperta al centro. Molti piccoli cortili sono costruiti così, inclusi i chiostri dei monasteri, perché queste proporzioni sono gradevoli. Se la parte centrale è più ampia, sembra un mercato; se è più piccola, sembra che sia soltanto un buco nel tetto. Ma per realizzarla come si deve, il costruttore deve essere capace di disegnare la parte centrale in modo che sia esattamente la metà dell'intera area>>. [...]
<<Euclide spiega perché questa tecnica funziona>> continuò Jack. <<Per esempio, le due parti della linea divisa sono eguali perché formano i lati corrispondenti di triangoli congruenti>>. [...]
<<Inoltre>> disse Jack <<ora che conosco i principi della geometria posso trovare soluzioni per problemi nuovi che sconcertavano il mio patrigno>>. Quella conversazione era un po' frustrante: per lui Euclide era stato una rivelazione affascinante, ma non riusciva a comunicare ad altri l'importanza esaltante di quelle scoperte. Cambiò leggermente approccio. <<La cosa più interessante è il metodo di Euclide>> disse. <<Prende cinque assiomi, cioè cinque verità evidenti, e da queste deduce tutto il resto per mezzo della logica>>."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pagg 719-720


La geometria, insieme al disegno, costituivano (e costituiscono tuttora) le pietre miliari del bagaglio culturale di un costruttore. Erano necessarie per rappresentare ciò che si intendeva costruire, per offrire un'idea chiara alle maestranze che avrebbero collaborato a erigere l'opera, ma anche per dare un senso di perfezione e armonia al complesso architettonico. L'esempio che Follett ci propone è quello di un cortile, ma lo stesso valeva anche per l'ampiezza degli archi, l'altezza delle colonne oppure la lunghezza di una navata.
L'importanza di queste due discipline era già stata messa in evidenza da Villard de Honnecourt nell'introduzione ai suoi diari.


CENNI DI GEOMETRIA EUCLIDEA
Gli elementi fondamentali della geometria euclidea sono il punto, la retta, ed il piano.
Postulati:
- Tra due punti qualsiasi è possibile tracciare una e una sola retta.
- Si può prolungare una retta oltre i due punti indefinitamente.
- Dato un punto e una lunghezza, è possibile descrivere una circonferenza.
- Tutti gli angoli retti sono uguali.
- Se una retta taglia altre due rette determinando dallo stesso lato angoli interni la cui somma è minore di quella di due angoli retti, prolungando indefinitamente le due rette, esse si incontreranno dalla parte dove la somma dei due angoli è minore di due angoli retti.

Dagli assiomi si possono dedurre delle relazioni di incidenza fra punti, rette e piani. Ad esempio:
- Per un punto passano infinite rette
- Per due punti distinti passa una ed una sola retta
- Per una retta nello spazio passano infiniti piani
- Per tre punti non allineati nello spazio passa un solo piano

Si definiscono quindi altre nozioni, quali ad esempio:
- Due rette nello spazio si dicono complanari quando giacciono sullo stesso piano.
- Se un punto divide la retta a metà, ciascuna delle due parti si dice semiretta: questa sarà dotata di un'origine, ma non di una fine.
- La parte di retta delimitata da due punti è detta segmento.


Raffigurazione del concetto espresso dal protagonista: il quadrato in rosso (che rappresenta il cortile) ha la stessa area della parte di quadrato compresa tra la linea nera e quella rossa (porticato)

Saint - Denis, raccontata in una descrizione mozzafiato


"Jack entrò nella cittadina e fermò la cavalla al centro della piazza del mercato per guardare la facciata occidentale della chiesa. Non aveva nulla di rivoluzionario. Era all'antica, con due torri gemelle e tre portali a tutto sesto. Jack apprezzò il modo aggressivo con cui i pilastri sporgevano dai muri... ma non sarebbe stato disposto a fare un viaggio di cinque miglia per vedere così poco. 
Legò la cavalla a una ringhiera davanti alla chiesa e si avvicinò. I tre portali erano scolpiti in modo eccellente: soggetti vivaci e intagliati con precisione. Jack entrò. 
All'interno si verificava un cambiamento immediato. Prima della navata vera e propria c'era un ingresso o nartece. Jack alzò gli occhi e provò un'ondata di emozione. I costruttori avevano usato una combinazione di volte a nervature e di archi a sesto acuto, e si vedeva che le due tecniche si integravano perfettamente: l'eleganza dell'arco era accentuata dalle nervature che ne seguivano le linee. 
E non era tutto. Tra le nervature, al posto delle solita ragnatela di calce e pietrisco, il costruttore aveva messo pietre tagliate, come in un muro. Poiché era più forte, lo strato poteva essere probabilmente più sottile e quindi più leggero. 
Mentre guardava in alto fino a indolenzirsi il collo, Jack comprese un'altra caratteristica straordinaria di quella combinazione. Era possibile fare in modo che due archi a sesto acuto di ampiezza diversa venissero portati alla stessa altezza, semplicemente mediante la regolazione della curva dell'arco. Questo dava un aspetto più regolare alla campata. Con archi a sesto acuto, naturalmente, non era possibile: l'altezza di un arco semicircolare era sempre la metà della larghezza, e perciò uno più ampio doveva essere più alto di uno stretto. Quindi in una campata rettangolare gli archi stretti dovevano scaturire da un punto del muro più alto di quelli larghi, perché le sommità fossero allo stesso livello e il soffitto fosse regolare. Il risultato era sempre asimmetrico. Lì il problema era stato eliminato. 
Jack abbassò la testa per far riposare il collo indolenzito. Era esultante come se fosse stato appena incoronato re. Ecco, pensò, ecco come avrebbe costruito la sua cattedrale. [...]
Si avviò lungo la navata laterale sud, verso l'abside. Quando fu più vicino, si accorse di avere davanti qualcosa di straordinario. La luce del sole entrava: ma la volta era completa e non c'erano brecce nei muri. Quando si accostò, vide che il sole fluiva dalle file di finestre altissime, alcune delle quali erano di vetro colorato, e sembrava permeare di luce e di tepore l'immenso contenitore vuoto che era la chiesa. Jack non capiva come mai le finestre erano così ampie: occupavano un'area più vasta di quella dei muri. Era impressionato. Come c'erano riusciti, se non ricorrendo alla magia? [...]
Dopo un momento vide tutto in una prospettiva diversa: tutto parve andare a posto, e in una rivelazione fulminea Jack comprese che cosa avevano fatto l'abate Sugar e il suo costruttore. 
Il principio della volta a nervature era che un soffitto veniva fatto di poche nervature robuste, con gli spazi in mezzo riempiti di materiale leggero. Avevano applicato quel principio all'intero edificio. Il muro dell'abside consisteva di alcuni pilastri robusti uniti da finestre. Il colonnato che la separava dalle navate laterali era tenuto insieme da archi a sesto acuto, e lasciava ampi spazi dai quali la luce che entrava dalle finestre poteva arrivare al centro della chiesa. Anche le navate laterali erano divise in due da una fila di colonne sottili. [...]
Il complesso sarebbe parso troppo fragile per reggersi: ma le nervature indicavano chiaramente che il peso dell'edificio era sostenuto da pilastri e colonne. Era la dimostrazione visibile che un grande edificio non aveva bisogno di muri spessi con finestre minuscole e pilastri enormi. Purché il peso fosse distribuito con precisione sullo scheletro portante del carico, il resto della costruzione poteva essere di pietra leggera, di vetro o di spazio vuoto. 
Jack era incantato. Era quasi come innamorarsi. Euclide era stato una rivelazione, ma questo era qualcosa di più... perché era anche bellissimo."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pagg 734 - 736


Penso che le parole usate dall'autore per descrivere la cattedrale francese siano impareggiabili. La descrizione che ne dà, in tutti i suoi particolari, oltre ad essere estremamente vivida, spiega anche quali siano i fondamentali principi del gotico. La chiarezza delle rivelazioni che si affacciano alla mente del protagonista sono equiparabili a quelle che illuminano il lettore, che si ritrova, senza saperlo, di fronte ai più splendidi e antichi principi dell'edilizia. 
Rispetto allo stile Romanico, ciò che si era colto, e ciò che di fatto permette la costruzione di questi grandiosi edifici, è la teoria della combinazione delle forze agenti, a cui si seppe rispondere con una struttura estremamente sottile bensì efficacie. Gli spazi "avanzati" furono magistralmente riempiti di materiale vetroso, lavorato e colorato a regola d'arte. 
La sensazione che si ha è di profondo respiro, nonché di immensa imponenza. 

Riporto qui di seguito alcune immagini della cattedrale visitata dal protagonista del romanzo.


Saint-Denis, Parigi. Facciata occidentale

Particolare delle vetrate

Particolare del colonnato

Abside, inondato di luce

Abside, con particolare del soffitto a nervature

Rosone

Navata centrale


sabato 25 maggio 2013

Cronologia

Riporto di seguito i nomi delle principali chiese gotiche costruite in Europa, seguite dall'anno d'inizio dei lavori.

FRANCIA
Bourges (1194)
Chartres (1195)
Reims (1210)
Amiens (1220)


INGHILTERRA
Canterbury (1170)
Salisbury (1220)


ITALIA
Siena (1197)
Firenze (1274)
Orvieto (1310)
Milano (1386)


SPAGNA
Burgos (1221)
Leon (1225)
Toledo (1226)
Barcellona (1298)


GERMANIA e NORD EUROPA
Colonia (1248)
Norimberga (1270)
Praga (1344)


Dati tratti da "La stampa - Storia universale. Vol. 7, Il basso Medioevo"


venerdì 24 maggio 2013

Unità di misura


"Sistemarono tutto nella baracca. 
Lì Tom teneva i pali, le lunghe pertiche di ferro a sezione quadrata, tutte dritte, tutte egualmente lunghe. Venivano collocate in una speciale rastrelliera di legno chiusa a chiave. Le pertiche servivano per misurare. 
Mentre proseguivano il giro del cantiere per ritirare le tavole per impastare la calce e i badili, Jack pensava a quelle pertiche. <<Quanto sono lunghe?>> chiese. 
Alcuni muratori lo sentirono e risero. Spesso trovavano divertenti le sue domande. Edward Short, un muratore vecchio e minuscolo dalla pelle coriacea e dal naso storto, disse: <<Una pertica è una pertica>> e tutti risero di nuovo. Si divertivano a prendere in giro gli apprendisti, soprattutto se questo gli offriva di sfoggiare la superiorità delle loro conoscenze. 
Jack detestava essere deriso per la propria ignoranza; ma lo sopportava perchè era troppo curioso. <<Non capisco>> disse paziente. <<Un pollice è un pollice, un piede è un piede e una pertica è una pertica>> disse Edward. 
Dunque una pertica era un'unità di misura. 
<<E quanti piedi stanno in una pertica?>>. 
<<Ahah! Dipende. Diciotto a Lincoln, sedici nell'East Anglia>>. 
Tom intervenne per dare una risposta ragionevole. <<In questo cantiere una pertica misura quindici piedi>>. 
Un'operaia di mezza età disse: <<A Parigi non usiamo la pertica, ma la iarda>>. 
Tom disse a Jack: <<Il progetto della chiesa è basato sulle pertiche. Portane una e te lo mostrerò. E' tempo che tu conosca queste cose>>." 
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pag 554


Sistema Internazionale, in uso in Italia

Da sempre, nella storia dell'uomo, misurare è stato fondamentale.
Si misuravano le distanze da una città all'altra, i beni agricoli, la vastità di un campo, la profondità di un pozzo e via dicendo. Nell'antichità, come mostra il passo citato, non esisteva ancora una convenzione comune, sotto il quale potessero riconoscersi tutti, in ogni luogo. Le unità di misura, pur possedendo talvolta la stessa denominazione, corrispondevano a quantità differenti, e queste variazioni avvenivano di paese in paese o, come in questo caso, di cantiere in cantiere.
Tutt'oggi esistono diversi sistemi ufficialmente accettati dalla comunità scientifica internazionale o comunque in uso nelle diverse parti del mondo. Per ciascuno di questi sistemi esistono organismi internazionali che hanno il compito di custodire i campioni delle unità di misura (quando ne esistano) o comunque di mantenere aggiornate le definizioni delle unità adottate.
A Torino esiste l'INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), che si occupa di realizzare i campioni primari delle unità di misura fondamentali e ne assicura il mantenimento.


Riporto il link di una pagina interessante sullo stesso argomento.


martedì 21 maggio 2013

I leganti: origini e storia antica


"I lavori nella cattedrale erano rallentati in modo notevole, come accadeva sempre un mese prima di Natale. Gli spigoli e le sommità dei muri incompiuti erano coperti di paglia e letame delle scuderie, per impedire che il gelo rovinasse tutto. I muratori non potevano costruire d'inverno, appunto a causa delle gelate, dicevano. Philip aveva chiesto perché non potevano scoprire i muri la mattina e ricoprirli la sera; era raro che di giorno ci fosse il ghiaccio. Tom diceva che i muri costruiti d'inverno crollavano. Philip lo credeva, ma non pensava che fosse a causa del ghiaccio. Forse perché la calce impiegava diversi mesi per assestarsi. La pausa invernale le permetteva di indurire prima che riprendessero i lavori di costruzione. E questo poteva spiegare anche la superstizione dei muratori, secondo la quale portava sfortuna costruire per più di venti piedi in altezza nel corso di un anno. Se si superava quel limite, i corsi inferiori venivano deformati dal peso sovrastante prima che la calce potesse indurire."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pag 587

Pietra calcarea di colore bianco
Pietra calcarea di color giallo sabbia
Pietra gessifera

I primi leganti usati per le costruzioni furono il gesso e la calce aerea, il cui impiego era già conosciuto in epoca antichissima. La scoperta di questi leganti va connessa con le abitudini dei popoli nomadi i quali, usando focolari di fortuna, riparati con ciottoli di pietre calcaree o gessifere, avevano probabilmente osservato che le superfici di questi materiali poste a contatto col fuoco mutavano di aspetto, dando origine a sostanze che formavano con acqua delle paste, le quali, lasciate a essiccare, s'indurivano notevolmente. Data la difficoltà di raggiungere con i focolari e i forni a legna la temperatura necessaria per la cottura dei calcari è naturale che nei primi tempi prendesse maggior sviluppo l'uso del gesso, che infatti troviamo molto diffuso nelle costruzioni egiziane.
La cottura e il successivo spegnimento della calce era una operazione ben conosciuta dagli antichi Romani che diedero anche regole tecniche per quelle manipolazioni. In De Rustica di Catone, a proposito della produzione della calce e delle malte, indica che i migliori risultati si ottengono con i calcari di colore più bianco. Ugualmente si esprime Vitruvio che, oltre all'indicazione del colore e quindi della purezza del calcare, precisa che per calci da usarsi per murature è bene impiegare calcari compatti, mentre per calci da intonaci sono più indicati calcari porosi. Nelle varie trattazioni si trova esclusivamente menzione della calce aerea che richiede, prima dell'uso, un'operazione di spegnimento e una prolungata stagionatura in fosse. Su questo punto esistevano prescrizioni molto precise, rese obbligatorie, sembra, anche da un apposito ufficio di controllo. Secondo quanto ci tramanda Plinio, vi era l'obbligatorietà di usare soltanto la calce che avesse avuto una permanenza nelle fosse di almeno tre anni.
Per quanto riguarda l'impiego di malte resistenti all'acqua, preparate cioè con leganti idraulici, se ne trova il primo cenno a proposito delle cisterne di Gerusalemme, la cui parte inferiore, a contatto con l'acqua, fu ricoperta con intonaco impermeabile costituito da una miscela di calce con polvere di mattone, il cui uso risulta sia stato insegnato dagli operai fenici adibiti a quella costruzione.
Dalla caduta dell'impero romano sino al XVII secolo ben pochi sono stati i progressi nella tecnica costruttiva. Si proseguì l'uso della calce aerea e del gesso seguendo le stesse prescrizioni tramandate dai Romani e si continuò l'uso delle malte pozzolaniche, sia costituite da calce e polvere di laterizi sia da pozzolane naturali, alle quali di devono aggiungere, a quelle note da antica data di Napoli, del Lazio e di Santorino, quelle della zona renana, note sotto il nome di trass.

Testo tratto da "Luca BERTOLINI, Materiali da costruzione Vol. 1 : Cittastudi, pag 217"

venerdì 10 maggio 2013

Luce, colori, arte: la maestosità delle decorazioni Gotiche

"Quando Tom avrebbe costruito la sua cattedrale, ogni pilastro sarebbe stato un fascio di colonne, con un arco che partiva dalla cima di ogni colonna... una soluzione elegante e logica.
Prese a immaginare la decorazione degli archi. Le forme geometriche erano le più comuni... non occorreva una grande abilità per scolpire ghirigori e losanghe; ma a Tom piaceva il fogliame, che conferiva morbidezza e un tocco naturale alla dura regolarità della pietra."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pag 56

Tra le decorazioni che più caratterizzarono lo stile Gotico bisogna certamente annoverare le splendide vetrate.
Una volta che si riuscì a scaricare il peso della volta dalle pareti laterali, fu infatti possibile intercalare immense vetrate che permettevano l'entrata della luce del sole con colori di varie tonalità. Secondo la filosofia dell'epoca, di stampo platonico, la luce non era solamente associata alla bellezza, ma era inoltre considerata il più nobile dei fenomeni naturali, quello che si avvicina di più alla divinità.


LA FABBRICAZIONE DEL VETRO
"Il disegno della finestra era stato tracciato a grandezza naturale e poi dipinto su una grande tavola di legno che era stata lavata con la birra per impedire che i colori scorressero via. Il disegno mostrava l'albero di Jesse, la genealogia di Gesù in forma di immagini. [...]
Sally intinse un pennellino in una ciotola di gesso macinato nell'acqua, e dipinse sul vetro i contorni di una figura: le spalle, le braccia, la veste.
Nel fuoco che bruciava a terra accanto al tavolo c'era una verga di ferro con l'impugnatura di legno. La tolse dalle fiamme e poi, rapidamente ma con attenzione, passò l'estremità arroventata intorno alla sagoma che aveva tracciato. Il vetro s'incrinò. Il suo apprendista prese il pezzo di vetro e cominciò a levigarne i bordi con un attrezzo apposito. [...]
L'apprendista le porse il vetro levigato, e Sally incominciò a dipingervi i drappeggi della veste usando un colorante formato da minerale di ferro, orina e gomma arabica. Il vetro piatto incominciò ad assumere l'aspetto di una stoffa morbida. Sally era molto abile. Terminò in fretta, quindi posò il vetro dipinto accanto ad altri in un recipiente di ferro con il fondo coperto di calce. Quando il recipiente era pieno, veniva messo nel forno. Il caldo avrebbe fatto fondere il colore con il vetro."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pagg 968-969

Il vetro veniva fuso, soffiato e tagliato in pezzi, smussato e regolato con un adattatore di giunte di ferro, verniciato poi con gomma arabica, cristallo in polvere e coloranti. Il disegno veniva fissato in forno e i pezzi si univano, montandoli su banco, con giunture di piombo. La vetrata veniva in seguito installata nella finestra, impermeabilizzando il disegno con pasta.


Propongo in seguito numerosi particolari delle vetrate della cattedrale di Chartres, in Francia, celebre appunto per la fattura e la bellezza delle rappresentazioni.








VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=aMGDQ_UiEcw
http://www.youtube.com/watch?v=AwgtaZNi8Hg&NR=1&feature=endscreen


La pianta dell'abbazia di San Gallo


"Incominciò il terzo disegno. Era una pianta della chiesa. Con l'immaginazione vedeva i dodici archi del colonnato. La chiesa, quindi, era divisa in dodici sezioni chiamate campate. La navata sarebbe stata lunga sei campate, l'abside quattro. Nel mezzo, nello spazio della settima e dell'ottava campata, si sarebbero innestati i bracci del transetto, e in alto sarebbe svettato il campanile.
Tutte le cattedrali e quasi tutte le chiese erano a forma di croce. La croce era il simbolo più importante del Cristianesimo, naturalmente; ma c'era anche una ragione pratica: i transetti offrivano spazio utile per cappelle e altri vani come la sacrestia e la sala per le riunioni."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pag 302


Pianta dell'abbazia di San Gallo (Svizzera), documento originale

Pianta dell'abbazia di San Gallo (Svizzera).
La rappresentazione è tratta dal documento in pergamena (vedi sopra), conservato nella biblioteca dell'ex  monastero di San Gallo, e copia, databile tra l'820 e l'830 di un originale carolingio andato perduto

La pianta dell'abbazia di San Gallo (Svizzera) non è rappresentazione effettiva del complesso monastico esistente, quanto piuttosto schema ideale di una comunità religiosa all'interno della quale sono svolte tutte le funzioni fondamentali per la sopravvivenza.
Tale sforzo utopico è il tentativo di trasferire in un sistema architettonico la regola monastica di San Benedetto da Norcia, che per prima diede minore attenzione all'ascesi eremitica, preferendole la strutturazione di una comunità autosufficiente, che non si reggesse sulle offerte, ma che fosse in grado di autosostentarsi con il proprio lavoro.
Questo microcosmo vede al centro la chiesa abbaziale, il cui orientamento è immancabilmente nella direzione est-ovest, e la cui posizione all'interno del complesso determina quella relativa di tutti gli altri edifici funzionali. Primo fra tutti il chiostro, racchiuso da altri ambienti quali il dormitorio (connesso direttamente con la chiesa per via delle preghiere notturne), il refettorio e le dispense. Dall'altro lato della chiesa, la foresteria, la scuola e la residenza dell'abate indicano quasi sicuramente il lato "aperto" del microcosmo. A est, oltre il deambulatorio semicircolare, la scuola dei novizi e l'ospedale, che riprendono in qualche modo sia la configurazione a doppio coro della chiesa sia quella del chiostro.
I restanti elementi della pianta sono per lo più luoghi di attività, come a nord-est il giardino dei semplici, a sud-est l'orto, a sud la fornace, i torchi e il mulino, a sud-ovest le stalle e gli altri luoghi deputati all'allevamento degli animali.
La pianta presenta una simbologia che rimarrà pressoché immutata nei secoli seguenti, con i mulini rappresentati con un piccolo cerchio, e con i torchi raffigurati con un martello stilizzato collegato a una camma. La disposizione di questi elementi funzionali in quell'area e la vicinanza delle stalle fanno concludere che lungo il lato meridionale del complesso fluisse un corso d'acqua.
La lettura della pianta deve tenere conto dello sforzo teso a ottimizzare i movimenti all'interno del complesso (esempio lampante è proprio quello dei dormitori addossati alla chiesa e comunicanti con essa), alla presenza di vincoli quali quello dell'orientamento dell'edificio religioso principale, della presenza del corso d'acqua o dell'orografia del terreno. A ciò va aggiunto che diverse parti funzionali dovevano avere distanze minime reciproche da rispettare (ad esempio il giardino dei semplici e le zone riservate agli animali), o confini definiti (il refettorio, pur vicino alla chiesa, non vi accedeva direttamente). 
Tratto da "Vittorio MARCHIS, Filippo NIEDDU, Materiali per una storia delle tecniche : Celid, 2004"

mercoledì 8 maggio 2013

Elementi architettonici caratteristici

"Erano all'interno del recinto della cattedrale, che occupava l'intero quarto nordoccidentale della città. Per un momento Tom si fermò a guardare. Gli bastava vedere e sentire e fiutare l'odore per provare lo stesso fremito che gli avrebbe dato una giornata di sole.
Mentre arrivavano al seguito del carro con le pietre, altri due si allontanavano, ormai vuoti. Sotto le tettoie, lungo i muri laterali della chiesa, si vedevano i muratori che modellavano i blocchi con scalpelli di pietra e grossi martelli di legno, e plasmavano le forme che potevano essere unite per creare plinti, colonne, capitelli, lesene, barbacani, archi, finestre, architravi, guglie e parapetti. Al centro del recinto, lontano dagli altri edifici, c'era la fucina, con il bagliore del fuoco che si scorgeva dalla porta aperta; e il clangore del martello sull'incudine echeggiava tutto intorno mentre il fabbro faceva nuovi utensili per sostituire quelli che i muratori stavano logorando.
Per molti osservatori poteva sembrare una scena di panico; ma Tom vedeva un meccanismo grande e complesso che smaniava di dominare. Sapeva ciò che faceva ognuno degli uomini, e capiva a colpo d'occhio a che punto era il lavoro. Stavano costruendo la facciata orientale."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pag. 45

Nella grandiosità della descrizione del cantiere di una cattedrale gotica ai tempi del Medioevo, Follett non indugia a mettere in evidenza, citandoli uno ad uno, quelli che sono i più caratteristici elementi architettonici di un edificio sacro.


PLINTO
Elemento architettonico a forma di parallelepipedo che si trova sotto le colonne. Il plinto veniva impiegato nel periodo classico per aumentare in verticale lo slancio delle colonne corinzie.




COLONNA
Elemento architettonico portante verticale che si presenta con sezione circolare. Generalmente è formata dalla base, dal fusto e dal capitello (in alto che media con le travi sovrapposte). La forma del fusto, che è a sezione cilindrica, varia in dipendenza dell'altezza. Se la sezione ha una forma diversa da quella circolare, viene propriamente definita pilastro. Può essere del tipo "monolitico" (unico blocco) o costituita da elementi sovrapposti detti "rocchi".



CAPITELLO
Il capitello (dal latino capitellum) è l'elemento che raccorda le colonne e la trabeazione.  È il sostegno verticale (colonna, lesena) degli ordini architettonici, la cui funzione decorativa è quella di interfacciare la superficie tonda della colonna con quella rettilinea delle testate delle travi da essa sostenute. Altra funzione del capitello è quella di aumentare la superficie di sostegno.




LESENA
Trattasi di un elemento decorativo verticale, simile a colonne o pilastri, come sporgenza di una parete muraria.




BARBACANE
E' una struttura difensiva medioevale che serviva come opera di sostegno o di protezione aggiuntiva rispetto al muro di cinta o alla fortezza vera e propria.


ARCO
È un elemento strutturale curvo sostenuto da due piedritti, tipicamente – salvo rare eccezioni – sospeso su uno spazio vuoto. L'arco è generalmente costituito da conci (pietre tagliate o laterizio), i cui giunti vengono posizionati radialmente in riferimento ad un ipotetico centro: tal motivo giustifica la forma trapezoidale dei conci, veri e propri cunei. Nel caso di elementi a forma rettangolare (quella tipica del mattone) occorre interporre malta fra di essi per riempire gli spazi vuoti. Essenzialmente, l'arco costruito con cunei non necessita di aggiunte di malta e, anche senza l'impiego di essa, rimane ben solido pure a secco, grazie alle spinte di contrasto tra concio e concio che si annullano a vicenda. Il cuneo più importante è quello centrale, che ha il compito di chiudere l'arco mettendo in atto le spinte di contrasto provenienti da sinistra e da destra. In tal modo vengono così evitate le sollecitazioni di trazione al suo interno. Vi sono diversi tipi di a arco che a seconda delle loro geometrie prendono nomi diversi: L’arco a tutto sesto si riconosce perché ha il profilo di un perfetto semicerchio. Poi vi è quello a "sesto ribassato", con una porzione di curvatura che corrisponde ad angoli minori di 180°, e quello a "sesto rialzato" costituito da due parti di arco che si uniscono al vertice formando un angolo acuto.
Arco a tutto sesto

Arco a sesto acuto


Arco a sesto ribassato

ARCHITRAVE
Indica gli elementi costruttivi rettilinei che stanno su due colonne, o pilastri, per costituire un portale. Con il termine architrave oggi possiamo anche indicare una "trave".



GUGLIA
Elemento che si presenta con un forte slancio verticale come coronamento di campanili, torri o coperture in genere.



Per conoscere il significato e la funzione di altri elementi architettonici vai qui.

..un francobollo da Firenze


Propongo qui di seguito l'immagine relativa ad un francobollo della Repubblica Italiana, datato 1996, che reca, come raffigurazione, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, duomo di Firenze. 


La vicenda riguardante la costruzione della cupola è di per sé molto interessante, poiché tratta di "sfide" e limiti. Il limite vigente era quello delle dimensioni della struttura su cui avrebbe dovuto poggiare la cupola in progetto, all'epoca la più grande del mondo.
Arnolfo di Cambio, l'ingegnere incaricato, si rifiutò di costruirla con il classico metodo della centina, inadeguato, secondo lui, a tali distanze.
Venne allora indetto un concorso, a cui parteciparono Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Come ben sappiamo fu il primo a "vincere l'appalto" e a cui venne affidata l'ardua impresa.
Il genio di Brunelleschi permise di realizzare la struttura in un modo del tutto innovativo e rivoluzionario per l'epoca.

Clicca qui per sapere come.

venerdì 3 maggio 2013

Geografia e gotico: l'anomalia italiana

La geografia, disciplina talvolta messa da parte o dimenticata, costituisce in realtà il fulcro di una precisa trattazione storica poiché permette di attualizzare un tema, contestualizzandolo in un determinato ambiente, clima e paesaggio. Rende possibile, attraverso le immagini, una memorizzazione più rapida del contesto, nonché l'intuizione di processi che altrimenti rischierebbero di sfuggire.
A tal proposito, vorrei mettere in evidenza un tema legato prettamente alle differenze climatiche esistenti tra la penisola italiana e la Francia settentrionale, luogo in cui più prese piede l'arte gotica nella sua più sublime rappresentazione.


Collocazione delle cattedrali gotiche in Francia

Il gotico italiano, infatti, presenta evidenti anomalie rispetto allo stile architettonico d'oltralpe. In particolare non vengono recepite né l'arditezza strutturale delle cattedrali francesi, né se ne carpì la grandiosità estetica e formale che le caratterizza. Queste sostanziali differenze derivarono in parte dall'applicazione precoce di numerosi elementi gotici già in epoca romanica (come il rosone o gli archi a sesto acuto), e in parte dalla consolidazione secolare del Romanico, le cui influenze bizantine, paleocristiane e classiche impedirono l'annullamento delle pareti assieme a cambiamenti eccessivamente netti.
Oltre a questo c'è però da dire che il clima italiano, ben più caldo di quello Normanno o, in ogni caso, nordico, rendeva scomoda la costruzione di edifici decorati di grosse vetrate dal momento che, in estate, avrebbero causato un fastidioso effetto serra all'interno della struttura. La soluzione preferita fu dunque quella di mantenere strutture meno slanciate, con pareti più spesse e fresche, decorate di splendidi affreschi.
L'anomalia italiana, rispetto alle costruzioni del Nord Europa, consiste proprio nell'aver trovato un compromesso tra il vecchio e il nuovo, ovvero tra il Romanico e il Gotico, mantenendo aspetti del primo e integrandoli con migliorie estetiche peculiari del secondo.


Duomo di Siena, perfetto esempio dell'anomalia del gotico italiano

mercoledì 1 maggio 2013

Il passaggio al Gotico


La crescita demografica ed economica che visse l'Europa a partire dall'XI secolo ebbe una delle sue grandi manifestazioni nello sviluppo delle città, che a loro volta diedero vita alle corporazioni e alla diversificazione delle classi sociali. La borghesia, sorta dai laboratori artigianali che costituivano il cuore dei nuclei urbani, divenne la classe emergente, disposta a contendersi il potere con i signori feudali, proprietari terrieri.


Esempio di cattedrale Romanica

Esempio di cattedrale gotica

Questi sostanziali cambiamenti si manifestarono inoltre nell'ambito della cultura. A partire dal XII secolo, l'arte romanica cominciò a cedere terreno a una nuova sensibilità estetica: lo stile gotico.
Fino ad allora, lo stile romanico aveva creato spazi chiusi verso ciò che vi era all'esterno, con chiese dalle forme massicce e orizzontali, con le figure ieratiche e prive di qualsiasi traccia di sensualità. Era la maniera di ricreare, nelle diverse manifestazioni artistiche, l'insignificanza dell'essere umano di fronte all'onnipotenza di Dio.
Il Gotico invece diede impulso a una ricerca di leggerezza delle forme, alla profondità dello spazio, all'apertura dell'interno alla luce naturale, alla proliferazione delle linee dinamiche e ascendenti, alla combinazione di suoni variati, contrappuntistici. In questa maniera la tridimensionalità cedette il passo alla pittura, alla polifonia nella musica, alla verticalità scendente nell'architettura. In tal modo si esprimeva una nuova concezione della vita, secondo la quale l'essere umano, autore di opere e mondi come il suo proprio Creatore, tendeva a sentirsi artefice del proprio destino.


Particolare di una vetrata

In opposizione alla concezione teocentrica del Romanico, il Gotico espresse una visione umanista. Ovviamente, la rivendicazione della capacità umana di fronte al potere divino, conteneva altre questioni verso certi tipi di potere, più terreni, come quello della Chiesa e della nobiltà, che fino ad allora avevano retto i destini umani per delegazione della volontà di Dio.
L'espressione più evidente di questa nuova visione del mondo sono senza dubbio le cattedrali.
I presupposti della nascita delle cattedrali furono prima di tutto le conquiste tecniche raggiunte dai Normanni nella costruzione delle volte. Apparve la volta nervata a doppia crociera, che non si appoggiava più sulle pareti, ma unicamente sui suoi quattro punti di scarico, il cui peso statico ricadeva a sua volta sui supporti verticali collocati ai lati, colonne e pilastri, che allo stesso tempo potevano sorreggersi all'esterno su archi rampanti e contrafforti.
Scaricate del peso della volta, le pareti laterali potevano avere grandi finestre con vetrate policrome. Suddivise in medaglioni, le vetrate riproducevano scene della Storia Sacra, composte da piccoli cristalli colorati, uniti con piombo o ferro, che raggiungevano la massima visibilità e bellezza con la luce del sole.
L'eliminazione della cripta costituì un'innovazione che dimostra la maggiore apertura della sensibilità religiosa di quest'epoca. Le reliquie cominciarono ad essere esposte pubblicamente, generalmente su un altare situato di fronte al coro. In questo modo il piano si convertì in una superficie continua, che i fedeli potevano percorrere e tutto lo spazio costruito acquistò unità.

Numerosissime sono le cattedrali gotiche costruite in Europa.
Rammento, tra le tante, quelle di Saint-Denis, Notre Dame a Parigi, Bourges, Chartres e Reims in Francia; Canterbury e Salisbury in Inghilterra; Siena, Milano e Orvieto in Italia.


Link consigliati:
http://it.arautos.org/view/show/6143-la-cattedrale-medievale-opera-di-tutto-il-popolo-cristiano
http://www.duepassinelmistero.com/le_cattedrali_del_mistero.htm