venerdì 31 maggio 2013

Saint - Denis, raccontata in una descrizione mozzafiato


"Jack entrò nella cittadina e fermò la cavalla al centro della piazza del mercato per guardare la facciata occidentale della chiesa. Non aveva nulla di rivoluzionario. Era all'antica, con due torri gemelle e tre portali a tutto sesto. Jack apprezzò il modo aggressivo con cui i pilastri sporgevano dai muri... ma non sarebbe stato disposto a fare un viaggio di cinque miglia per vedere così poco. 
Legò la cavalla a una ringhiera davanti alla chiesa e si avvicinò. I tre portali erano scolpiti in modo eccellente: soggetti vivaci e intagliati con precisione. Jack entrò. 
All'interno si verificava un cambiamento immediato. Prima della navata vera e propria c'era un ingresso o nartece. Jack alzò gli occhi e provò un'ondata di emozione. I costruttori avevano usato una combinazione di volte a nervature e di archi a sesto acuto, e si vedeva che le due tecniche si integravano perfettamente: l'eleganza dell'arco era accentuata dalle nervature che ne seguivano le linee. 
E non era tutto. Tra le nervature, al posto delle solita ragnatela di calce e pietrisco, il costruttore aveva messo pietre tagliate, come in un muro. Poiché era più forte, lo strato poteva essere probabilmente più sottile e quindi più leggero. 
Mentre guardava in alto fino a indolenzirsi il collo, Jack comprese un'altra caratteristica straordinaria di quella combinazione. Era possibile fare in modo che due archi a sesto acuto di ampiezza diversa venissero portati alla stessa altezza, semplicemente mediante la regolazione della curva dell'arco. Questo dava un aspetto più regolare alla campata. Con archi a sesto acuto, naturalmente, non era possibile: l'altezza di un arco semicircolare era sempre la metà della larghezza, e perciò uno più ampio doveva essere più alto di uno stretto. Quindi in una campata rettangolare gli archi stretti dovevano scaturire da un punto del muro più alto di quelli larghi, perché le sommità fossero allo stesso livello e il soffitto fosse regolare. Il risultato era sempre asimmetrico. Lì il problema era stato eliminato. 
Jack abbassò la testa per far riposare il collo indolenzito. Era esultante come se fosse stato appena incoronato re. Ecco, pensò, ecco come avrebbe costruito la sua cattedrale. [...]
Si avviò lungo la navata laterale sud, verso l'abside. Quando fu più vicino, si accorse di avere davanti qualcosa di straordinario. La luce del sole entrava: ma la volta era completa e non c'erano brecce nei muri. Quando si accostò, vide che il sole fluiva dalle file di finestre altissime, alcune delle quali erano di vetro colorato, e sembrava permeare di luce e di tepore l'immenso contenitore vuoto che era la chiesa. Jack non capiva come mai le finestre erano così ampie: occupavano un'area più vasta di quella dei muri. Era impressionato. Come c'erano riusciti, se non ricorrendo alla magia? [...]
Dopo un momento vide tutto in una prospettiva diversa: tutto parve andare a posto, e in una rivelazione fulminea Jack comprese che cosa avevano fatto l'abate Sugar e il suo costruttore. 
Il principio della volta a nervature era che un soffitto veniva fatto di poche nervature robuste, con gli spazi in mezzo riempiti di materiale leggero. Avevano applicato quel principio all'intero edificio. Il muro dell'abside consisteva di alcuni pilastri robusti uniti da finestre. Il colonnato che la separava dalle navate laterali era tenuto insieme da archi a sesto acuto, e lasciava ampi spazi dai quali la luce che entrava dalle finestre poteva arrivare al centro della chiesa. Anche le navate laterali erano divise in due da una fila di colonne sottili. [...]
Il complesso sarebbe parso troppo fragile per reggersi: ma le nervature indicavano chiaramente che il peso dell'edificio era sostenuto da pilastri e colonne. Era la dimostrazione visibile che un grande edificio non aveva bisogno di muri spessi con finestre minuscole e pilastri enormi. Purché il peso fosse distribuito con precisione sullo scheletro portante del carico, il resto della costruzione poteva essere di pietra leggera, di vetro o di spazio vuoto. 
Jack era incantato. Era quasi come innamorarsi. Euclide era stato una rivelazione, ma questo era qualcosa di più... perché era anche bellissimo."
Ken FOLLETT, I pilastri della Terra : Oscar Mondadori, pagg 734 - 736


Penso che le parole usate dall'autore per descrivere la cattedrale francese siano impareggiabili. La descrizione che ne dà, in tutti i suoi particolari, oltre ad essere estremamente vivida, spiega anche quali siano i fondamentali principi del gotico. La chiarezza delle rivelazioni che si affacciano alla mente del protagonista sono equiparabili a quelle che illuminano il lettore, che si ritrova, senza saperlo, di fronte ai più splendidi e antichi principi dell'edilizia. 
Rispetto allo stile Romanico, ciò che si era colto, e ciò che di fatto permette la costruzione di questi grandiosi edifici, è la teoria della combinazione delle forze agenti, a cui si seppe rispondere con una struttura estremamente sottile bensì efficacie. Gli spazi "avanzati" furono magistralmente riempiti di materiale vetroso, lavorato e colorato a regola d'arte. 
La sensazione che si ha è di profondo respiro, nonché di immensa imponenza. 

Riporto qui di seguito alcune immagini della cattedrale visitata dal protagonista del romanzo.


Saint-Denis, Parigi. Facciata occidentale

Particolare delle vetrate

Particolare del colonnato

Abside, inondato di luce

Abside, con particolare del soffitto a nervature

Rosone

Navata centrale


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